Le pillole al vino rosso che fanno bene al cuore

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Le pillole al vino rosso che fanno bene al cuore

Le pillole al vino rosso che fanno bene al cuore, la scoperta alla Federico II di Napoli

(da “Il Mattino” del 25 Settembre 2018, articolo di Ettore Mautone)
Una sola goccia di sangue, ottenuta dalla semplice puntura di un dito, consente di dosare le sostanze dannose per le arterie e prevenire ictus e infarto. La tecnica è stata perfezionata nei laboratori del dipartimento di Farmacia della «Federico II» di Napoli. La novità più importante però riguarda la messa a punto di un «antidoto salva-arterie», derivato dalla vinaccia di Aglianico e Taurasi in grado di neutralizzare tali sostanze dannose per la salute   Un nuovo test del sangue, per la prevenzione di ictus e infarto è stato perfezionato presso i labo­ratori del dipartimento di Farmacia dell’Università Federico Il di Napoli, diretto da Ettore Novellino. L’esame di una sola goccia di sangue, ottenuta dalla semplice puntura di un dito, consente di dosare alcuni meta­bolici dannosi per le arterie deri­vati dai grassi animali introdot­ti con l’alimentazione. Presso gli stessi laboratori dello stesso dipartimento è stato inoltre messo a punto un “antidoto sal­va-arterie”, derivato dalla vinac­cia di Aglianico e Tatuasi (pro­dotto di scarto nella preparazio­ne del vino rosso), in grado di neutralizzare tali sostanze dan­nose per la salute del cuore. Per completare Io studio ora Novel­lino cerca nuovi volontari per confermare l’efficacia del ritro­vato. «Chi fosse interessato a en­trare nel trial clinico – spiega Novellino – può contattare di­rettamente il nostro diparti­mento universitario in via Do­menico Montesano chiamando ai numero 081.678403». Ma come si è giunti alle con­clusioni della ricerca? «Tra i fat­tori di rischio di eventi cardiova­scolari acuti – aggiunge il do­cente – oltre agli alti livelli di co­lesterolo (che studiamo da anni e che contrastiamo con estratti prodanidici di mela annurca campana Igp), abbiamo appro­fondito le evidenze sperimenta­li che mettono nel mirino una sostanza chimica, la trimetilammina-N-ossdo (nome in codice TMAO), un metabolita derivato dalla flora intestinale frutto del­la digestione di alcuni nutrienti introdotti con l’alimentazione che si trovano nella carne rossa, nelle uova e nei prodotti lattiero-caseari ad alto contenuto di grassi animali». SPIA DEL RISCHIO In pratica TMAO è una nuova spia del rischio cardiovascola­re: «Siamo partiti da uno studio pubblicato sull’European Heart Journal – continua Novellino – in cui è stato verificato, su pa­zienti statunitensi con sindro­me coronarica acuta, che alti li­velli di TMAO preannunciano infarti ed eventi avversi cardiaci maggiori, monitorando poi l’evoluzione a 30 giorni e a 6 me­si e la mortalità a 7 anni. Il dato è stato poi confermato su un ampio studio di popolazione in Svizzera anche col conforto dell’angiografia coronarica». Si è verificato dunque, che il valo­re di TMAO è un indice attendi­bile dei rischio di eventi cardia­ci acuti a un anno di distanza, identificando tale sostanza co­me marker di rischio per gli eventi cardiovascolari». IL TEST Il passaggio successivo è stato l’affinamento di una tecnica semplice e a basso costo per il dosaggio di tale sostanza nel sangue. «Per un’accurata misu­razione di TMAO nel plasma era necessaria una tecnica ana­litica di notevole sensibilità, pre­cisione e riproducibilità – chiari­sce Novellino – i laboratori NutraPharmaLabs del nostro Di­partimento universitario sono riusciti in questo intento». Il me­todo è veloce (consente di forni­re il risultato entro massimo 2 ore dal prelievo) ed estrema- mente sensibile. Inoltre, l’anali­si è possibile su una sola goccia di sangue prelevato mediante l’uso di un pungidito. LA CURA Ma non è tutto: il fattore di ri­schio rappresentato da Tmao è modificabile. «A tal proposito – spiega ancora Novellino – da un recente studio pubblicato su Na­ture Medicine è emersa una nuova classe di farmaci attivi nel ridurre la produzione inte­stinale del precursore trimetilammina (TMA), che viene con­vertito nella sua forma ossidata TMAO a livello epatico. Ma stu­di sull’uomo relativi ad un pos­sibile approccio terapeutico non erano ancora disponibili». Qui entra in gioco l’estratto poli- fenolico di vinaccia di vino ros­so. «I nostri laboratori – conclu­de Novellino – hanno formulato un innovativo prodotto nutraceutico che si è rivelato partico­larmente efficace nel ridurre i li­velli plasmatici di TMAO. Tale prodotto, a base di estratto polifenolico di vinaccia della varie­tà Aglianico e Taurasi, i nostri migliori vitigni, è stato capace di portare a circa un terzo la concentrazione originaria di TMAO già ad un mese di tratta­mento. Ora reclutiamo altri vo­lontari per proseguire lo studio prima di rendere disponibile ai pazienti tale prodotto, che tra l’altro chiarisce il ruolo protetti­vo del vino rosso per le arterie come già documentato in molti studi clinici». Il vantaggio del nutraceutico rispetto al vino? La possibilità di concentrare in una sola capsula l’equivalente di polifenoli contenuti in tre quanti di litro di buon vino ros­so che a tavola non va consuma­to oltre la dose di un bicchiere a pasto per evitare che ai benefici per le arterie si correlino danni al fegato.

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